Al termine dell’execution, rimane da attraversare soltanto la porta d’uscita del ponte. Proprio mentre il carico di incombenze diminuisce, però, le energie calano, il team tende a disperdersi e la comunicazione diventa più difficile. Il compito di noi project execution manager è quello di tenere salde le redini del progetto, assicurandoci che non resti nemmeno un minimo dettaglio fuori posto.
Perché è così importante mantenere la concentrazione anche nella fase di chiusura? Di solito lo spieghiamo tramite un paragone. Quando si costruisce una nuova casa, la maggior parte del tempo è dedicata alla progettazione architettonica, alla struttura portante, agli impianti. Al momento della consegna delle chiavi, il proprietario dà per scontato che le fondamenta siano alla profondità giusta e che gli impianti siano a norma: sicuramente però gli salterà all’occhio una mattonella non perfettamente centrata o un lampadario troppo basso. Questi piccoli particolari sono una briciola rispetto alla complessità del progetto, ma lasciano l’amaro in bocca.
Quando siamo noi a coordinare il progetto, facciamo tutto il possibile affinché queste cose non accadano. Vogliamo presentarci al momento della consegna con la certezza di avere sempre mantenuto il controllo su ogni area e di aver affrontato tutti i problemi riscontrati, nessuno escluso. Gli ostacoli e i contrattempi non vanno nascosti sotto il tappeto, ma discussi apertamente: solo così aiutano a elaborare soluzioni valide per il futuro.