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Chi sono

Il vocabolario del project manager è fatto di scheduling, fasi di progetto, milestones. Guardarmi indietro e rileggere la mia storia professionale sotto questa lente è un esercizio molto stimolante, perché mi aiuta a capire che tanti passaggi, che all’epoca mi potevano sembrare casuali, in realtà seguivano una logica ben precisa. Potrei citare innumerevoli episodi che hanno fatto evolvere la mia carriera di project execution manager, ma i grandi momenti di svolta sono tre.

La laurea e la scoperta
delle energie rinnovabili

Per raccontare il primo devo tornare indietro fino al 2003. All’epoca frequento la facoltà di Ingegneria per l’ambiente e il territorio all’università di Pavia e, come tutti gli altri studenti, sono alla ricerca di un’idea per la tesi di laurea.

Scopro che Henry Ford nel 1941 aveva presentato un modello di auto alimentata a olio vegetale. Rimango folgorato. Decido di approfondire in autonomia il mondo delle bioenergie, che di per sé non è attinente alle mie materie di studio. Trovo il supporto di una professoressa che accetta la mia piccola scommessa.

Il risultato è una tesi sperimentale sull’utilizzo termico dell’energia da biomasse, elaborata in parte sui libri e in parte all’interno di un’azienda agricola. Per la prima volta, capisco che sul lavoro posso davvero perseguire i miei interessi e le mie passioni.

L’esperienza nel settore
dell’energia eolica

Grazie alla rete di contatti costruita durante la stesura della tesi, il mio ingresso nel mondo del lavoro è pressoché immediato. Dopo le prime esperienze nel ramo delle bioenergie, mi indirizzo verso quello che diventa il core della mia formazione e della mia professione: l’energia eolica. Maturo una quindicina di anni di esperienza nell’eolico, lavorando per diverse aziende. Iter autorizzativi, progettazione, negoziati con i fornitori, cantiere: non c’è una singola fase di cui prima o poi non sia occupato in prima persona.

Così capisco con sempre maggiore chiarezza che, tra gli innumerevoli aspetti del lavoro del project manager, quello che mi caratterizza è l’execution. Nel team sono la figura che riesce a identificare gli ostacoli (pratici, operativi, comunicativi ecc.) e smarcarli uno dopo l’altro, per garantire la “messa a terra” delle attività. Se dovessi nominare un solo progetto significativo, senza dubbio sceglierei la costruzione del parco eolico “San Giusto” nel Comune di Lucera (FG), un impianto da 26 MW elettrici (pari al consumo elettrico annuo di circa 25.000 famiglie italiane).

IL PASSAGGIO ALLA LIBERA PROFESSIONE
DI EXECUTION MANAGER

A 35 anni ricopro un ruolo di prestigio e responsabilità nel settore che più mi entusiasma, all’interno di un’azienda solida e prestigiosa. A questo punto però arriva, del tutto inaspettata, la seconda milestone della mia vita professionale. Si esauriscono gli incentivi per le energie rinnovabili.

Questo inevitabilmente cambia le carte in tavola per tutti gli operatori del settore, che iniziano a valutare una riorganizzazione degli assetti interni. Di fronte alla prospettiva di ripiegare su un ruolo più routinario e meno stimolante, mi confronto con la società e decido di seguire le mie ambizioni e mettermi in proprio come project execution manager. Tutto questo, continuando a collaborare con l’azienda su progetti specifici.

DAL CAMBIAMENTO
ALL’OPPORTUNITÀ

È un cambiamento che mi porta a ricominciare da zero, seguendo logiche nuove, lasciando alle spalle una serie di certezze e di tutele. Per giunta, non è facile costruirsi una reputazione in un settore affollato e competitivo come quello del project management in outsourcing.

Da qui, però, scaturisce una grande opportunità: quella di valorizzare la mia figura di project execution manager, elaborando un metodo e costruendo una rete di clienti e partner che operano nel campo delle energie rinnovabili. Per dare sostanza a questa nuova identità professionale, intraprendo un percorso di formazione che spazia dall’aggiornamento tecnico-professionale alle soft skills (comunicazione, leadership, flessibilità, lavoro in team).

Questo percorso è in continuo divenire, perché ogni progetto mi offre nuovi spunti su cui lavorare. Senza dubbio l’evoluzione di cui vado più fiero è quella che ha trasformato il mio percorso individuale in una solida alleanza tra professionisti, che prende il nome di Brain Doing. Un gruppo coeso di professionisti, con competenze diversificate e complementari, capaci di entrare in azione in settori eterogenei tra loro. Con la fondazione di Brain Doing sento di aver messo il tassello mancante alla mia storia.

Il valore che noi di Brain Doing offriamo ai nostri clienti è molto chiaro: ci incarichiamo dell’execution dei loro progetti con una dinamica professionale flessibile, veloce e orientata al risultato. Al tempo stesso, facciamo in modo che siano sempre al passo con tutti gli avanzamenti, mediante una comunicazione efficace.

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